Pubblicato il - Ultimo aggiornamento il

Investire in StartUp conviene? Rischi, opportunità e alternative

Conviene investire in Start Up e magari farlo tramite crowdfunding, nella speranza che uno dei cavalli sui quali abbiamo puntato riesca a diventare una vera azienda e a portarci in cassa dei grandi guadagni?

Negli ultimi anni, a nostro avviso in modo un po’ stucchevole e non sempre veritiero, si è fatto un grandissimo parlare di investimenti in start up, come se fossero la soluzione definitiva per diventare ricchi e non pensare più ai problemi di denaro.

Se ne è parlato così tanto che si è dimenticato il trading online, così come magari gli investimenti in azioni.

Investire in startup - IMG by ©Investireinborsa.org
Conviene davvero investire in startup? Guida di approfondimento con le nostre considerazioni

Oggi invece ci preoccuperemo di fare il contrario, ovvero di vederci chiaro negli investimenti nelle start up, proprio per fornire ai nostri lettori non solo il nostro punto di vista, ma anche dei dati inoppugnabili, di quelli che purtroppo in pochi si son preoccupati di diffondere, tutti presi a parlare delle magnifiche sorti e progressive delle microaziende.

E con chi investiva, magari con un buon broker come Capital.com (qui per una demo gratuita per provare il servizio), che cominciava a sentirsi come un uomo della preistoria.

Ma stanno davvero così le cose? Siamo davanti ad un nuovo modo, l’unico modo di investire? Oppure le start up, soprattutto quelle in crowdfunding, sono qualcosa da lasciar stare, soprattutto se vogliamo investire sul serio?

Che vuol dire start up e che vuol dire investirci

Start Up è uno di quei termini che in Italia sono stati recepiti, come spesso (anzi, quasi sempre) accade, come una sorta di sistema magico, in grado di generare profitti dal nulla e in grado di rendere ricco chiunque.

In realtà non è vero nulla di tutto questo.

Le start up, nonostante l’uso improprio del termine che fa anche la legge in Italia (che ha previsto una legislazione di favore anche a livello fiscale), sono delle aziende embrionali, nate per lo sviluppo di un’idea e che non sono ancora strutturate in modo complesso.

Ne nascono ogni anno, soprattutto in America, Israele e nelle altre economie più dinamiche, a migliaia e soltanto pochissime di queste riescono a sopravvivere. E forse un pugno a diventare aziende veramente profittevoli.

Basterebbe d’altronde scorrere la lista di aziende quotate anche con una demo di eToro (scoprila qui in anteprima come funziona) per rendersi conto come dell’intero listino americano, saranno forse 3 o 4 le aziende che sono passate appunto da questo tipo di percorso.

Il che ovviamente non vuol dire che non si possa nascere come start up e diventare poi effettivamente un’impresa di quelle importanti, di quelle come Facebook.

Quello che vogliamo dire è che siamo davanti ad un processo ad altissimo rischio, dove meno di 1 su 10.000 ce la fa.

E stiamo comunque tenendo conto soltanto delle start up che passano da percorsi ricchi di Angel Investor e con l’appoggio di Venture Capitalist, che di mestiere appunto vanno a scovare quelle start up che possono avere delle reali prospettive.

La nostra idea è invece quella di consigliare ai nostri lettori di lasciar perdere, completamente, questo tipo di investimenti e di dirigersi appunto verso delle situazioni più solide. Come le centinaia di titoli che sono offerti da broker come IQ Option (qui per una demo gratis con 10.000 virtuali).

Che sono appunto radicalmente diversi, almeno dalla prospettiva di un investitore, da quanto viene offerto dal mondo delle start up, soprattutto in crowdfunding.

Start up in crowdfunding: la serie C delle start up

In realtà chi legge le nostre pagine e non è un miliardario, molto probabilmente intenderà l’investire in start up come il partecipare alle tante piattaforme di crowdfunding, quelle che permettono di raccogliere (piccoli) capitali da migliaia o decine di migliaia di persone per finanziare la nascita di un certo servizio o di un certo prodotto.

Siamo nella serie C delle start up, e non perché sulle piattaforme di crowdfunding non ci siano dei buoni progetti, ma perché in quel caso la componente di investimento è completamente assente.

Perché quello che viene offerto in genere è un prodotto in anteprima o appunto la possibilità di ricevere il prodotto stesso.

Le piattaforme di crowdfunding classiche sono dunque qualcosa che non deve essere neanche alla lontana paragonato alle forme di investimento vere. Come quelle che trovi ad esempio su Trade.com (qui per la demo per sempre gratis).

Il crowdfunding in cambio di Equity: anche in questo caso per noi “comuni mortali” le possibilità sono poche

Le possibilità per noi che investiamo da comuni mortali, anche quando dovessimo trovare delle piattaforme di crowdfunding che permettono di ottenere Equity (e dunque azioni o quote) in cambio delle nostre società, sono comunque pochissime.

Perché anche in quel caso, il procedimento che abbiamo davanti è in realtà questo:

  • Ci vengono proposti decine, se non centinaia di progetti, spesso senza documentazione adeguata. Nel migliore dei casi ci viene offerto un business plan pieno di buone intenzioni;
  • Dobbiamo scegliere anche in relazione a quante azioni ci vengono offerte in cambio di un certo investimento.

Si tratta di un sistema che, almeno secondo noi, non ha mai fatto la fortuna di nessuno, se non appunto di chi gestisce le piattaforme per il crowdfunding. I casi finiti bene si contano sulle dita di una mano.

PIATTAFORME PER INVESTIRE

eToro

Copia Trader

➤ Prova Gratis

Your capital is at risk.

Capital.com

Auto-Trading

➤ Prova Gratis

78,1% of retail CFD accounts lose money.

Skilling

0 fee, Algo & Copy

➤ Prova Gratis

73% of retail CFD accounts lose money.

Nella lista dei broker che trovi invece qui sopra, trovi davvero tutto un altro mondo.

Che intendiamo dire? Intendiamo dire che avrai di fronte quelli che sono investimenti veri, la possibilità di investire in società che hanno passato la prova del fuoco e che oggi sono quotate e più in generale in ambienti regolamentati che permettono a tutti di conoscere regole e numeri.

Perché non ti consigliamo oggi di investire in crowdfunding e start up

Ora è arrivato il momento di approfondire quella che è la nostra idea di fondo, ovvero che investire in aziende giovani è una cosa molto, molto diversa dall’investire in start up, soprattutto se dovessimo farlo tramite piattaforme di crowdfunding.

1. Quali start up? Il 99,9% di quelle che trovi in giro falliscono nel giro di poco

No, non siamo uccelli del malaugurio, anzi, auguriamo a chiunque abbia un’idea da sviluppare di poter aver successo nel farlo.

Che intendiamo dire con questo? Intendiamo dire che purtroppo i dati non promettono bene.

O meglio, promettono proprio male. Perché anche nelle piattaforme di crowdfunding specializzate, sono in realtà pochissime le imprese che riescono davvero a diventare remunerative per chi ha investito.

E sono poi praticamente zero quelle che riescono ad arrivare in borsa. Un conto, per intenderci, è investire a casaccio, un conto è scegliere delle aziende che, seppur giovani, sono ormai solide realtà.

Su tutte ci viene in mente Beyond Meat, una delle aziende più giovani e innovative alle quali puoi accedere con broker solidi come eToro (qui puoi scoprire cos’è e come funziona il social trading).

2. Le piattaforme di crowdfunding sono spesso poco regolamentate

Le piattaforme di crowdfunding non sono in genere registrate come sistemi di intermediazione finanziaria, il che vuol dire che possono offrire garanzie molto inferiori rispetto a quelle che vengono offerte da broker CFD registrati.

Ed è per questo motivo che nutriamo ulteriori dubbi su questo tipo di investimenti, che diventano più rischiosi di quello che già sono proprio in virtù del rischio insito nelle piattaforme che li promuovono.

Ci dispiace sottolinearlo ancora una volta ma investire con IQ Option (qui per testarlo sempre in demo gratis) oppure con uno degli altri broker che abbiamo attualmente a disposizione fa una grandissima differenza.

Anche e soprattutto in termini di regolamentazione e dunque di sicurezza.

3. Servono skill molto importanti per valutare la bontà di una start up

Ricordati inoltre che servono delle skill non banali per essere in grado di valutare l’importanza o meno di una start up.

Ci sono aziende che fanno questo di lavoro, come quelle che offrono venture capital e che comunque prendono granchi di continuo e che spesso spendono per anni prima di trovare una buona azienda che riuscirà davvero a crescere.

Il che vuol dire che appunto non è qualcosa di facile. Certo, anche il trading non è facile, ma puoi sicuramente, anche con capitali ridotti, iniziare un percorso che ti porti a sviluppare le tue tecniche e le tue strategie e migliorare con il tempo.

Farlo ad esempio con il manuale del trading di MetaTrader, che offre a tutti le basi per investire al meglio, è un’idea molto intelligente e già apprezzata da moltissimi dei nostri lettori.

4. Sono frequenti i casi di soldi mai restituiti

Anche quando le condizioni sono chiare e quando abbiamo come tramite delle aziende che sono molto affidabili, qualcosa può “andare storto”.

Ti basta una rapidissima ricerca online per renderti conto di come in realtà sono molti ad essere stati truffati da aziende che hanno raccolto i capitali e poi sono fallite, oppure fuggite addirittura con il bottino.

Questo non può succedere quando si sceglie invece di fare trading con operatori autorizzati come Trade.com, che per legge deve continuare a mantenere i capitali dei clienti e quelli propri separati.

5. Gli investimenti in start up sono molto poco liquidi

E sia chiaro che con liquidità intendiamo la possibilità di “rivendere” l’investimento e tornare in possesso di denaro liquido.

Purtroppo è difficile, se non addirittura impossibile, liberarsi delle quote di una start up, acquisite tramite crowdfunding o in altro modo.

Il che vuol dire che più che un investimento è un matrimonio senza possibilità di divorzio, con tutto quello che ne consegue in termini di gestione per l’investimento.

Davvero un mondo a parte rispetto ai maggiori e più sicuri operatori del Trading online, che come nel caso di Capital.com ti offrono vendita in un click di tutti i contratti che hai acquistato. Per tornare subito in possesso dei capitali che hai investito!

Anche questo è un enorme problema per chi vorrebbe investire appunto nelle start up.

Ci sono alternative all’investimento in start up?

Capiamo quali sono le ragioni che possono portare qualcuno ad investire appunto… in start up. C’è voglia di qualcosa di giovane e dinamico e soprattutto della possibilità di guadagnare molto in poco tempo.

C’è qualcosa però che abbiamo dimenticato: i guadagni molto alti arrivano solo a fronte di rischi altissimi. Ed è proprio questo il caso degli investimenti in start up.

Nel caso delle start up comunque, il rischio non è alto soltanto per il tipo di imprese, ma anche per i canali attraverso i quali dovresti andare ad investire. Il che vuol dire appunto che siamo davanti a sistemi che sono oltremodo rischiosi anche rispetto al massimo guadagno possibile.

La buona notizia è che scegliendo dei broker completi come Trade.com (qui se vuoi testarlo in demo), puoi avere delle solide alternative anche ad alto rischio, un rischio che però è possibile modulare per ottenere dei portafogli con ottimi rendimenti e rischio appunto ridotto.

Ma quali sono le alternative che Investireinborsa.org ti consiglia per i tuoi investimenti?

1. Azioni di aziende giovani e con un’idea ambiziosa

Abbiamo parlato poco sopra di Beyond Meat, ma sicuramente non è l’unica. Pensa a tutte le aziende che si quotano ogni anno e sulle quali puoi investire con broker che seguono molto da vicino le novità.

Come ad esempio eToro, da sempre molto attento a IPO e operazioni del genere.

In questo caso comunque ti staresti esponendo verso un’azienda che è quantomeno stata accettata in borsa. Il che è molto più sicuro che scegliere da un sito internet presunte aziende sulle quali sappiamo poco o nulla.

2. Leva finanziaria

È uno strumento molto interessante proprio perché possiamo sceglierlo per aumentare il rischio e di conseguenza i potenziali guadagni. Con un broker come Capital.com (che sempre qui puoi testare in demo gratis) puoi scegliere di applicare la leva massima possibile in Europa, per avere a disposizione un effetto che amplifica l’andamento delle azioni o degli altri titoli che sceglieremo.

3. Investire in aziende solide, ma comunque giovani dentro

Ci sono aziende che anche se sono sul mercato da decenni continuano a mantenere un atteggiamento da start up, nel senso che fanno di innovazione, capitale di rischio e nuovi prodotti il loro pane quotidiano.

Dicendo questo sarà venuto in mente a tutti quello che viene offerto appunto dalle azioni Google e da tante altre aziende che appunto lavorano con questo spirito.

Qui puoi scoprire i segnali gratuiti di Capital.com – investire in borsa partendo da segnali di trading operativi.

Scegli sempre un broker di qualità per le tue operazioni sui mercati finanziari

Ti chiediamo di rimanere sempre in guardia sugli operatori che scegli per investire, che si tratti o meno di start up.

Scegliere un operatore che non sia registrato e che abbia magari sede fuori dall’Europa vuol dire mettersi nelle mani di chi appunto non può, in alcun modo, garantirci la sicurezza necessaria per investire.

PIATTAFORME PER INVESTIRE

eToro

Copia Trader

➤ Prova Gratis

Your capital is at risk.

Capital.com

Auto-Trading

➤ Prova Gratis

78,1% of retail CFD accounts lose money.

Skilling

0 fee, Algo & Copy

➤ Prova Gratis

73% of retail CFD accounts lose money.

Tutti i broker che trovi elencati in questa guida sono invece dei broker che permettono a tutti di investire in ambienti sicuri e controllati, che rispettano la legge e che offrono garanzie importanti a chi versa capitale.

Tutta un’altra storia rispetto a, non ce ne vogliano, le piattaforme di crowdfunding che per i non-milionari sono oggi l’unica alternativa per investire in start up.

Opinioni finali e conclusioni: conviene investire in start up?

No. O meglio, potrebbe convenire a chi ha strutture tali da poter valutare ogni anno migliaia di piccolissime imprese con una grande idea.

Non è questo il nostro caso e immaginiamo non sia neanche il tuo.

Citando un famoso modo di dire italiano, possiamo dire che la fune non vale la campana, ovvero che la quantità di rischio insito in queste operazioni non è adeguatamente retribuito dai potenziali guadagni.

Stiamone dunque alla larga e rivolgiamoci a strutture e intermediari che siano in grado di offrire ambienti più consoni per gli investimenti.

Di aziende che crescono rapidamente se ne trovano a iosa anche sulle principali borse mondiali.

È stato utile questo articolo?

Clicca sulle stelle 👇per votarlo!

Voto medio: 0 / 5. Numero voti: 0

Nessun voto finora. Sii il primo a votare!

Ci dispiace che questo post non ti sia stato utile!

Miglioriamo questo post!

Ci dici come possiamo migliorare questo post?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *